Francesco Scattarreggia

ScattarreggiaIl Nostro è nato a Melicucco il 7 dicembre 1935. Di estrazione contadina, ha trascorso la sua infanzia in campagna, lavorando sodo e vivendo intensamente la miseria del dopoguerra. Ha frequentato gli studi con molti sacrifici, conseguendo la laurea in Lettere moderne presso l’Università di Messina. Docente negli Istituti secondari superiori, per le sue iniziative didattiche innovative ha ricevuto diversi premi e attestazioni. E’ autore di saggi critici, pubblicati sui riviste specializzate, di scene teatrali e maschere carnevalesche, nonché di una silloge dal titolo “Margherite” che consigliamo vivamente di leggere tanta è in essa “la forza perforante dei contenuti e della parola”.

Tra i suoi inediti riscontriamo il romanzo “Il tempio di Giano”, la commedia “Cose di casa nostra e…vostra” e alcune poesie, tra le quali colpisce maggiormente quella dedicata a Yara, la tredicenne scomparsa a Brembate nel novembre 2010. In questa poesia Egli mette in evidenza l’impegno della giovane nelle attività sportive, i sogni accarezzati giustamente di conseguire una medaglia e la gioia di vivere.

La tragica morte è rappresentata con brevi e drammatiche pennellate che, tuttavia, prefigurano la morte come indolore passaggio verso “premi” che superano la fragilità e la precarietà terrene.

La violenza subita da Yara è disegnata come brutale attentato a un diritto primordiale di vivere nella gioia il dono indiscusso di Dio.

YARA

Con movenze di farfalla
leggere e caste
tessevi sogni di bellezza
e note dolci e cadenzate
allietavano il cuore,
aperto agli aquiloni.

Le tue membra delicate
e pure
come gigli di prato
si riposarono stanche
sotto il mantello di neve,
lacerate da mano brutale.

E ti vegliarono a lungo,
messaggeri celesti,
angeli alati e pietosi
per un podio senza tempo.
Le tue scarpette disegneranno
ancora
girandole di sogni e d’aquiloni
nel profumo di nardo
e d’incenso.(1)

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(1) Questa lirica è stata premiata dall’Accademia dei bronzi di Catanzaro con questo giudizio: I versi dedicati alla giovane Yara si muovono leggeri e aerei come era lei quando effettuava giravolte e alati movimenti con le sue scarpette che erano altrettanti messaggeri di gioventù e purezza. Uno straordinario e radioso gorgoglio di parole, musicalmente fascinose, che scolpiscono con equilibrata espressività il rinnovarsi della sua immagine di farfalla danzante nei celesti spazi dll’Universo.